giovedì 23 agosto 2018

Andiamo in vacanza per qualche giorno. Riprenderemo gli aggiornamenti al nostro rientro


I QUADERNI DEL BARDO EDIZIONI DI STEFANO DONNO CON DUE AUTORI A LIBRI NEL BORGO ANTICO DI BISCEGLIE























Anche quest’anno la casa editrice salentina I Quaderni del bardo Edizioni di Stefano Donno sarà presente con due autori alla prestigiosa rassegna pugliese dell’editoria Libri nel Borgo Antico di Bisceglie (lo spazio espositivo e per accogliere il pubblico sarà in via cardinale dell'olio 53). Antonio Russo con il suo Stalking – La Gabbia ( I Quaderni del bardo Edizioni di Stefano Donno) presenterà il suo volume il 24 agosto 2018 alle ore 20,10 presso il Largo Piazzetta a Bisceglie. Annibale Gagliani con il suo Impegno e Disincanto in Pasolini, De André, Gaber e R. Gaetano (I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno) sabato 25 agosto 2018 ore 18.50 in Piazza Duomo a Bisceglie. “Siamo lieti di partecipare anche quest’anno alla prestigiosa rassegna di Bisceglie Libri nel Borgo. E lo facciamo oggi con ancora maggior entusiasmo – dichiara l’editore Stefano Donno - dal momento che partirà proprio da Libri nel Borgo il progetto di scouting di giovani e giovanissimi autori italiani che vogliano partecipare con le loro idee e progetti alla creazione della Comunità letteraria del Bardo, un laboratorio non solo editoriale, ma una fucina di idee che creino incontro tra queste nuove energie e le diverse comunità sociali attraverso la creazione di ebook, libri, dibattiti. Il tutto con l’obiettivo del recupero e del valore del lavoro intellettuale, inteso come motore di progresso etico e sociale. Quindi siamo disposti partendo proprio da questa kermesse, ad accogliere i giovani autori e operatori culturali di Bisceglie per iniziare da subito un rapporto dialogante di attiva cittadinanza culturale”

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Maena - Nada En Particular (Official Video)

WHERE DID WE LEAVE? BY CHIARA EVANGELISTA

mercoledì 22 agosto 2018

Snow Patrol - Open Your Eyes

Alter Bridge - Open Your Eyes

Guano Apes - Open Your Eyes

Gli autori de I Quaderni del Bardo Edizioni 2

Pierluigi Panza L'ultimo Leonardo (Pagine 224 | Prezzo 20 €)























La storia, gli intrighi e i misteri del Salvator Mundi di Leonardo, il quadro più costoso del mondo. Brusio in sala: si parte con il lancio a 75 milioni. Quando l’offerta tocca 300 milioni, fino ad allora il record per un’opera d’arte, i sussulti riempiono la stanza, si capisce che questa sera la storia passa da lì… Il Salvator Mundi attribuito a Leonardo è diventato il quadro più costoso del mondo il 15 novembre 2017, quando nella sede newyorkese di Christie’s è stato battuto per 450 milioni di dollari. E’ diventato di proprietà del Department of Culture and Tourism di Abu Dhabi che lo esporrà per la prima volta il 18 settembre al Louvre di Abu Dhabi, che da allora diventa sede del quadro. Nel 2019, a 500 anni dalla morte di Leonardo, il quadrò sarà spostato in mostra temporanea al Louvre di Parigi e posto a fianco della Gioconda. Poi tornerà ad Abu Dhabi. I dipinti attribuiti con certezza a Leonardo Da Vinci non arrivano a venti: un numero davvero esiguo anche per un maestro antico. Non è strano allora che da decenni studiosi e mercanti in tutto il mondo vadano alla ricerca dei suoi capolavori perduti.
Portato in Inghilterra come dono per le nozze fra Henrietta Maria di Borbone e Carlo I Stuart, il Salvator Mundi sopravvive ai tumulti delle Rivoluzioni inglesi; viene donato da Giacomo II a una sua spregiudicata amante; viene ereditato, venduto, restaurato, ridipinto al punto da scomparire, lasciando dietro di sé solo la lunga scia di copie dei pittori leonardeschi, e una riproduzione seicentesca dell’incisore boemo Wenceslaus Hollar. Fino al 2005, quando un dipinto comprato in Louisiana per poche migliaia di dollari viene sottoposto a una radicale pulitura che lascia sbalorditi: quella che emerge sotto la crosta di vernici e ridipinture sembra proprio la mano di Leonardo. Per alcuni esperti è questo l’originale, il primo Salvator Mundi. Di certo, è questa l’opera che il 15 novembre 2017, nella sede newyorkese della casa d’aste Christie’s, viene aggiudicata per 450 milioni di dollari. Con il rigore dello storico d’arte e la sensibilità del romanziere, Pierluigi Panza dipana i fili di un mistero che lega in modo imprevedibile due mondi: quello del glorioso passato europeo popolato di nobili, artisti e cortigiani, e quello attuale, dominato da capitali finanziari e nuovi ricchi sedotti dall’ambiguo potere delle immagini. Pierluigi Panza è scrittore, storico d’arte e giornalista. Professore al Politecnico di Milano, ha scritto cinque romanzi, tutti editi da Bompiani, e numerosi saggi di storia dell’arte. Scrive per il Corriere della Sera.

"E cantava le canzoni" documentario su Rino Gaetano

Crash Test Dummies - Mmm Mmm Mmm Mmm (Official Music Video)

martedì 21 agosto 2018

The Doors - Break On Through (Official Video)

The Doors - Light My Fire (music video)

The Doors - People Are Strange (music video)

The Doors - Riders On The Storm (ORIGINAL!) - driving with Jim

The Doors - L.A. Woman - HQ (official music video)

«The Doors». The Doors in direzione del prossimo whiskey bar di Giuseppe Calogiuri ( I Quaderni del Bardo Edizioni)






















 “Ci vuole coraggio. Sì, ci vuole molto coraggio nel chiedermi di scrivere una prefazione a un libro su di una band degli anni ’60. Perché, anche a voi che leggete, qual è il primo pensiero che vi viene in mente? Sicuramente uno di quegli insopportabili gruppi frikkettoni, hippie, pacifisti, lenti e insulsi sul modello di Mamas&Papas o Jefferson Airplane (ne sono certo). Per fortuna, anche in quegli anni terribili dal punto di vista musicale qualche luce affiorava nel buio. E, forse, una luce più di tutte, quella di The Doors! Ed è di questa luce che questo libro vi parla. Meglio, ve la racconta. E Giuseppe Calogiuri, conoscendo questa mia debolezza, ha saputo trovare lo strumento e il coraggio giusto. Ma, forse, è necessario andare per ordine… Il 4 gennaio 1967 The Doors pubblicano il loro primo album omonimo. Non siamo in un anno qualsiasi, quel 1967 segnerà la storia degli Stati Uniti, prima, e dell’intero mondo occidentale, poi. Già da qualche anno le forze armate di Washington combattono lontano da casa una guerra non ufficiale. Dall’inizio del suo mandato presidenziale, il “progressista” John F. Kennedy ha cominciato a prendere i ragazzi del suo paese per scaraventarli dall’altra parte del mondo. The Golden One (citando The Human League), figlio di una famiglia arricchitasi spropositatamente grazie al commercio illegale di alcol, ha precipitato gli Stati Uniti nel fango del Vietnam. Il suo successore, Lyndon B. Johnson, ha continuato il lavoro. Anzi, lo ha portato alle estreme conseguenze. Il 7 agosto 1964, il Congresso americano – approvando la H.J. Res. 1145 (conosciuta come la “Risoluzione del Tonchino”) – ha consegnato al Presidente un assegno in bianco per portare le truppe ovunque ritenesse necessario. È l’inizio della presidenza imperiale. E’ anche l’inizio, in pratica, della coscrizione obbligatoria per i giovani americani. Quella carne fresca serve. È indispensabile per combattere nelle paludi e nelle giungle del sud-est asiatico. Nel 1968, saranno ben 500.000 i soldati impiegati in Vietnam (con infiltrazioni anche in Cambogia e Laos per inseguire i charlie). In questo clima, le Università sono le istituzioni che, più di altre, risentono della guerra. I ragazzi che “vincono” alla perfida lotteria della coscrizione hanno solo tre scelte: 1) accettare l’arruolamento; 2) scappare, magari in Canada (come Jack Nicholson); oppure 3) scegliere la strada dell’obiezione di coscienza. La terza è una scelta difficile, ti mette fuori dalla società e, per questo, ci vuole un coraggio enorme. Un campione sportivo all’apice della carriera rifiuterà più volte l’arruolamento e il 20 giugno del 1967 sarà giudicato colpevole di tradimento. Quell’uomo era Muhammad Ali! Una nuova strada doveva essere trovata. E qui la musica sarà fondamentale come mezzo di aggregazione per tutti coloro i quali volevano fare qualcosa. Il 1967 regalerà alla costa occidentale degli Stati Uniti la Summer of Love e al Vecchio Continente la spinta alla rivolta studentesca, che in Europa inizierà nel maggio dell’anno dopo. La scintilla partita dall’Università di Berkeley, in California, diventerà fiamma viva in altri atenei, per trasformarsi in incendio a Parigi. Il Monterey Pop Festival del giugno 1967 sarà il pretesto che permetterà agli studenti di unirsi, confrontarsi e cogliere tutti i segnali che artisti come Jimi Hendrix o The Who sputavano dal palco. Segnali che, in un modo o in un altro, volevano dire rabbia. Beh, The Doors sono figli e, insieme, strumento di quella rabbia e di quella società americana che è confusa e terrorizzata dai suoi stessi leader. Una società che ha visto cadere i propri miti politici con l’assassinio di Kennedy, o quelli sportivi, con l’arresto di Ali, e che vede, continuamente, partire i propri ragazzi verso luoghi lontani e impronunziabili per tornare, poi, in casse avvolte dalla bandiera a stelle e strisce. Una generazione di giovani e adolescenti che si rifugia sempre più nelle droghe. Magari nuove droghe come l’LSD, che aprono nuove porte. E queste porte sono quelle già narrate da William Blake e che Jim Morrison, Ray Manzarek, Robby Krieger e John Densmore faranno proprie e attraverseranno con l’arroganza, l’incoscienza e la rabbia dell’età. Arroganza, incoscienza e rabbia che non si possono non condividere e abbracciare. Abbracciare anche da parte di chi, come me, è cresciuto con e nel punk, prima, e nella new wave, dopo. Un triade di valori e sentimenti che tutti insieme risiedono in quella prima prova discografica e che, qui, Giuseppe Calogiuri analizza e descrive con sapienza tecnica assolutamente invidiabile (almeno da parte di chi crede che conosciuti due accordi si possa e si debba formare una band!). Quello che avete tra le mani non è un ennesimo libretto sulla band di Los Angeles, no. Sono pagine che vi faranno fare un passo avanti sulla strada della conoscenza di un album fondamentale. Un disco con veri gioielli. E alcuni sono gioielli sfrenatamente gotici: come non citare la bellezza fulminante di The Crystal Ship. Pezzo che, per il chiaro riferimento a leggende celtiche, avrebbe sicuramente fatto innamorare i membri della Confraternita Pre-raffaellita di vittoriana memoria. Il dolore che trasuda freddo e umido da End of the Night o l’incestuoso sangue che sgorga da The End. Pezzo, quest’ultimo, che non può non ricordare In Cold Blood di Truman Capote e a causa del quale, soprattutto, sono certo, il Re Inchiostro Nick Cave avrebbe venduto l’anima per poter scrivere una murder ballad come quella. Insomma, ora basta, inutile aggiungere altro. Giuseppe Calogiuri vi ha invitato, vi ha aperto le porte e, come avrebbe cantato Ian Curtis: “This is the Way… step inside!” (Prefazione di Daniele De Luca)

Giuseppe Calogiuri (1978) è nato a Lecce e qui vive e lavora come avvocato specializzato in diritto d’autore e degli artisti. Alla professione affianca l’attività di chitarrista ed ha all’attivo un decennio di militanza nella prima tribute band salentina dei Doors, con la quale ha portato il sound della band di Los Angeles in giro per la Puglia. Giornalista e scrittore, tra i suoi lavori “Una buona giornata” (premio “Corto Testo”), “Tramontana” (Lupo Editore, 2012), “Cloro” (Lupo Editore, 2016).