La storia, gli intrighi e
i misteri del Salvator Mundi di Leonardo, il quadro più costoso del mondo. Brusio
in sala: si parte con il lancio a 75 milioni. Quando l’offerta tocca 300
milioni, fino ad allora il record per un’opera d’arte, i sussulti riempiono la
stanza, si capisce che questa sera la storia passa da lì… Il Salvator Mundi
attribuito a Leonardo è diventato il quadro più costoso del mondo il 15
novembre 2017, quando nella sede newyorkese di Christie’s è stato battuto per
450 milioni di dollari. E’ diventato di proprietà del Department of Culture and
Tourism di Abu Dhabi che lo esporrà per la prima volta il 18 settembre al
Louvre di Abu Dhabi, che da allora diventa sede del quadro. Nel 2019, a 500
anni dalla morte di Leonardo, il quadrò sarà spostato in mostra temporanea al
Louvre di Parigi e posto a fianco della Gioconda. Poi tornerà ad Abu Dhabi. I
dipinti attribuiti con certezza a Leonardo Da Vinci non arrivano a venti: un
numero davvero esiguo anche per un maestro antico. Non è strano allora che da
decenni studiosi e mercanti in tutto il mondo vadano alla ricerca dei suoi
capolavori perduti.
Portato in Inghilterra
come dono per le nozze fra Henrietta Maria di Borbone e Carlo I Stuart, il
Salvator Mundi sopravvive ai tumulti delle Rivoluzioni inglesi; viene donato da
Giacomo II a una sua spregiudicata amante; viene ereditato, venduto,
restaurato, ridipinto al punto da scomparire, lasciando dietro di sé solo la
lunga scia di copie dei pittori leonardeschi, e una riproduzione seicentesca
dell’incisore boemo Wenceslaus Hollar. Fino al 2005, quando un dipinto comprato
in Louisiana per poche migliaia di dollari viene sottoposto a una radicale
pulitura che lascia sbalorditi: quella che emerge sotto la crosta di vernici e
ridipinture sembra proprio la mano di Leonardo. Per alcuni esperti è questo
l’originale, il primo Salvator Mundi. Di certo, è questa l’opera che il 15
novembre 2017, nella sede newyorkese della casa d’aste Christie’s, viene
aggiudicata per 450 milioni di dollari. Con il rigore dello storico d’arte e la
sensibilità del romanziere, Pierluigi Panza dipana i fili di un mistero che
lega in modo imprevedibile due mondi: quello del glorioso passato europeo
popolato di nobili, artisti e cortigiani, e quello attuale, dominato da
capitali finanziari e nuovi ricchi sedotti dall’ambiguo potere delle immagini. Pierluigi
Panza è scrittore, storico d’arte e giornalista. Professore al Politecnico di
Milano, ha scritto cinque romanzi, tutti editi da Bompiani, e numerosi saggi di
storia dell’arte. Scrive per il Corriere della Sera.
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