venerdì 31 agosto 2018

BLOODLINE - Faded Memory (Official Music Video)

BLOODLINE - Lifeless (Official Music Video)

Babymetal Live At Rock Am Ring 2018 Full Concert

J Ax & Fedez live from Stadio San Siro in Milano

COLDPLAY - AHFOD Tour Full Concert 720p (Great Audio Dolby Digital)

Giorgia - ORONERO LIVE - Il concerto integrale a Milano

Eros Roma Live - 2004 - Concerto Completo.

LORENZO NEGLI STADI 2015 - Il film del concerto!

Luigi Mariano ospite a TV 2000 ("Hungry hearts") - 28 gennaio 2017

Luigi Mariano - CANZONI ALL'ANGOLO "live" a TV 2000

Lucia Minutello @ Alveare - "La zoccola" [omaggio a Mino De Santis]

the mamas & papas - california dreaming - stereo edit

Il libro di Annibale Gagliani IMPEGNO E DISINCANTO IN PASOLINI, DE ANDRÉ, GABER E R. GAETANO a Spongano (Lecce)























Il libro di Annibale Gagliani IMPEGNO E DISINCANTO IN PASOLINI, DE ANDRÉ, GABER E R. GAETANO  ( I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno) sarà presentato da  Raffaele Gorgoni,  e sono previsti i saluti istituzionali Dott.ssa Serena Bramato, assessore alla Cultura.  L’appuntamento è previsto per lunedì 3 settembre 2018 alle ore 21,30 presso Parco Rini a Spongano nell’ambito della rassegna Vicoli d’estate
IMPEGNO E DISINCANTO IN PASOLINI, DE ANDRÉ, GABER E R. GAETANO DI ANNIBALE GAGLIANI (I QUADERNI DEL BARDO EDIZIONI DI STEFANO DONNO)
CON LA PREFAZIONE DI MARCELLO APRILE, PROFESSORE ORDINARIO DI LINGUISTICA ITALIANA DELL’UNIVERSITÀ DEL SALENTO E RESPONSABILE DELLA LETTERA “D” DEL DIZIONARIO ETIMOLOGICO “LEI”
Ha inaugurato il suo cammino in questi giorni il libro di Annibale Gagliani, «Impegno e disincanto in Pasolini, De André, Gaber e R. Gaetano», i Quaderni del Bardo edizioni di Stefano Donno. Quattro fuoriclasse del nostro Novecento: un professore, un filosofo e due poeti. In un frangente storico di profonda povertà valoriale e artistica, essi ci indicano la strada verso l’Umanesimo Nuovo, analizzando emozionalmente e asetticamente gli ultimi centosessant’anni d’Italia e del mondo Occidentale (bilaterale). I Quattro emanano una luce invincibile, in grado di penetrare nelle tenebre contemporanee che svuotano progressivamente l’individuo. La loro arte è disincanto allo stato puro: poesia, prosa, cinema, teatro e musica: le armi più potenti per sfuggire all’omologazione socioculturale del Duemila. Il 68 è un grosso inganno, le mode del mercato sono letali, la mancanza di sensibilità civile sempre più evidente. In questo viaggio disincantato, eseguito attraverso i testi, le fonti e le testimonianze più vicine agli artisti, si può rivoluzionare se stessi, abbracciando umanamente le incommensurabili profezie.

Per Gagliani la scelta di affidarsi a questi Quattro a-topos della parola, del silenzio e del suono non è casuale: «Essi sono i più attuali che la nostra cultura contemporanea abbia sfornato e lo saranno per sempre, come accade ai più grandi. Sono visionari, sensibili ed estremamente innovativi. Tutto l’opposto del 99% degli pseudo-artisti che navigano in mainstream oggi. Quest’ultimi narrano il falso: i tatuaggi, il look alla moda e l’aria dannata li fa sembrare all’avanguardia, invece sono obsoleti dentro. I veri narratori della nostra epoca e del prossimo trentennio sono PPP, FDA, GG e RG». Come afferma Paolo Dal Bon – presidente della Fondazione Giorgio Gaber – all’interno del saggio, «Essi hanno “un’intatta percezione del dolore”. Sono tutti e quattro intellettuali degli ultimi, narratori delle ingiustizie terrene verso i più deboli e osservatori delle grandi contraddizioni dell’uomo contemporaneo». I Quattro Profeti hanno in comune la letteratura di formazione e le battaglie combattute, contaminandosi a vicenda indirettamente. Pasolini ha profondamente ispirato, soprattutto con i suoi Scritti Corsari, Faber, Gaber e Rino Gaetano. De André e Gaber sono gli artisti di punta del Sessantotto e si sono ritrovati ad avere una determinante amicizia in comune: Luigi Tenco, che ha collaborato con tutti e due e dopo la sua morte ha cambiato la vita a entrambi. Riguardo Rino Gaetano, è cresciuto leggendo Pasolini, ascoltando De André e guardando Gaber a teatro.

In estrema sintesi, un professore delle arti, PPP, un poeta tradizionale aperto al futuro, FDA, un vero filosofo, GG, un poeta fantascientifico che stazionava già nel futuro, RG, hanno scelto la strada più ardua, non violentando loro stessi ed esprimendo un’arte di fortissimo impegno e disincanto sociale. Venivano criticati dagli “intellettuali” del potere, dalla gente frivola che ghettizzava i loro testi per evidenti deficit di sensibilità. Uniti, tutti e quattro, sono invincibili. Diventano un’arma dolcissima in grado di colpire e migliorare una generazione, quella dell’autore. Gagliani spiega le intenzioni del suo lavoro: «Se il saggio verrà letto da tanti giovani, magari si accenderà la curiosità di ascoltare con spirito nuovo i cantautori che cito, omaggiando di conseguenza l’opera totale di Pasolini. Allora sì, questo viaggio avrà un senso. Allora sì, ne sarà valsa la pena».   «Il primo libro di Annibale Gagliani è lo sviluppo di un traguardo personale importante, lungamente pensato, sviluppato, limato, articolato negli anni precedenti, in cui l’autore ha esercitato una pazienza non comune ed è andato alla ricerca di fonti e interpretazioni che spesso sono testimoniali e di prima mano […]. Quando si ha a che fare con quattro icone riconosciute della cultura alta e popolare dell’Italia contemporanea non è facile dire qualcosa di nuovo, o anche semplicemente non è scontato evitare di scrivere quattro profili staccati e avulsi, estranei tra loro, tanti quanti sono gli artisti (tutti Maestri della parola, tre su quattro anche del suono) che l’autore ha illustrato in questo libro. Ne è venuto fuori un percorso duro, compatto, radicale; un insieme in cui appare chiaro, nelle persino ovvie diversità di espressioni, temi, percorsi (anche politici), epoche, che cosa unisce Pier Paolo Pasolini, Fabrizio De André, Giorgio Gaber e Rino Gaetano. Com’è giusto, Annibale Gagliani salta sulle differenze e nota affinità mai venute fuori prima, che però sono lì, pronte per essere scoperte». (Dalla prefazione di «Impegno e disincanto in Pasolini, De André, Gaber e R. Gaetano», curata dal Prof. Marcello Aprile)

Annibale Gagliani nasce a Mesagne (BR) il 4 ottobre del 1992. Si laurea con lode in Lettere Moderne all’Università del Salento, dopo aver discusso una tesi sul linguaggio disincantato. È tra i vincitori della seconda edizione del Master in Giornalismo 3.0 di Nuovevoci Network, a Napoli. Comincia il suo sentiero narrativo ricevendo il premio della critica alla terza edizione del concorso letterario nazionale “Fuori dal cassetto”, per un racconto dedicato ai lavoratori dell’ILVA, “La vita è un viaggio favoloso”. Nel 2013 instaura una collaborazione con l’amministrazione del comune di San Donaci (BR) e diviene responsabile del laboratorio urbano “Officine Creative”, promotore della cultura di strada. Nel 2014 costruisce e organizza, assieme al Professore Marcello Aprile, la rassegna universitaria di seminari rivoluzionari, “Cafè Barocco Revolution”, che registra cinque edizioni. Nel 2015 lavora come reporter per la web tv d’Ateneo dell’Università del Salento, The Box Tv. Alla fine dello stesso anno si distingue come narratore al Workshop giornalistico di Sportitalia, a Milano. Nel 2016 diventa responsabile della sezione culturale di «Leccecronaca.it», dove racconta vizi e virtù del Tacco d’Italia. Alla fine del 2016 avvia una collaborazione con «Rompipallone.it», curando una rubrica video che fonde l’arte al calcio: “L’arte del gusto calcistico”. Nello stesso periodo è corrispondente di Radio Dimensione Italia per il calcio internazionale, editorialista di punta per «Sport in Condotta» e ospite della trasmissione leccese Piazza Giallorossa. Dal 2017 collabora con il «Nuovo Quotidiano di Puglia», raccontando l’ardente cronaca della provincia di Brindisi. Da gennaio 2018 narra di letteratura e politica per la rivista romana «L’Intellettuale Dissidente», e di musica e sport per il periodico «Contrasti». È conosciuto negli ambienti culturali salentini per le sue poesie anarchiche, che profumano di simbolismo e lasciano un sapore romantico sulle labbra. Tra i suoi modelli intellettuali, oltre ai Quattro Profeti del saggio «Impegno e disincanto», ritroviamo Albert Camus, Roland Barthes, Leonardo Sciascia, Eugenio Montale, Beppe Viola e Gianni Brera.  

 iQdB edizioni di Stefano Donno (i Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno)
Sede Legale e Redazione: Via S. Simone 74 - 73107 Sannicola (LE)
link del video trailer

BLOODLINE - Insolent (Official Music Video)

PSY - GENTLEMAN M/V

PSY - GANGNAM STYLE(강남스타일) M/V

giovedì 30 agosto 2018

Mascarimirì - Occhi Turchini 2.0 (Official video)

Mascarimirì - Lu Ballu

Raffaele Gorgoni domani a Martano alla Farmacia Letteraria

Il 31 agosto, alle ore 21,00 Raffaele Gorgoni presso Farmacia Letteraria Corte Grande, Piazza Assunta sempre a Martano in collaborazione con L’Osteria di Martano presenta il suo libro Lettere da una Taranta ( I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno). Dialoga con l’autore Luigi Chiriatti (Direttore Artistico Notte della Taranta). Interverrà l’editore Stefano Donno ( I Quaderni del Bardo Edizioni)
Il libro che la dice tutta sul fenomeno internazionale della Notte della Taranta. Dai salotti della politica ai backstage delle Star che hanno solcato il palcoscenico della kermesse di Melpignano. Il giornalista salentino ha dato vita ad un curioso espediente letterario che lo vede invertire la prospettiva narrativa dando voce a Lycosa Tarantula, il ragno a cui affida “figurativamente” la scrittura di novantanove lettere nelle quali ricostruisce le connessioni che hanno caratterizzato il rapporto tra il Festival de La Notte della Taranta e la politica. Il ragno fa sentire la sua voce critica, dopo aver atteso vent'anni in silenzio, vent’anni in cui è stato testimone e protagonista involontario di un fenomeno senza precedenti in Italia che lo ha trasformato in un marchio, in un logo stilizzato di un prodotto da vendere, ma anche di successi e sconfitte, di luci e di ombre. Le poco più di duecento pagine del volume scorrono a ritmo serrato portandoci dalle prime osservazioni sul tarantismo agli studi del fenomeno da parte di Ernesto De Martino, dalla sua progressiva scomparsa con le emigrazioni verso il Nord e l’emancipazione delle donne alla riemersione della tradizione con la riproposta negli anni Settanta. Entrando nel vivo del libro con l’analisi della genesi de La Notte della Taranta, la scrittura di Gorgoni si fa sempre più tagliente, incisiva ed ironica, consentendo al ragno di togliersi tanti “sassolini dalle scarpe” con la leggerezza e la libertà di chi non può essere accusato di essere di parte. In scena si susseguono le figure dei Maestri Concertatori e dei tanti musicisti che si sono avvicendati sul palco, ma anche quelle di politici come Massimo D’Alema, Sergio Blasi e dei Presidenti della Regione Puglia da Raffaele Fitto a Nichi Vendola per giungere a Michele Emiliano. (Salvatore Esposito – da Blog Folk)
iQdB edizioni di Stefano Donno (i Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno)
Sede Legale e Redazione: Via S. Simone 74 - 73107 Sannicola (LE)
Info Link - http://www.iquadernidelbardoedizioni.it/

Monica Carocci documenta il lavoro dei medici di Cute Project. Torino, 6-15 settembre: mostra fotografica sull’Uganda

























Con la mostra e il libro “UGANDA – Ma dove lo trovate il tempo?” la fotografa racconta l’attività dell’associazione che effettua interventi di chirurgia plastica ricostruttiva in Africa. Dal 6 al 15 settembre nella galleria di Alberto Peola, via della Rocca 29, Torino. Un libro fotografico e una mostra per documentare il lavoro dei medici e dei volontari che ogni anno, in Africa, effettuano formazione specifica teorica e pratica e interventi di chirurgia plastica ricostruttiva su numerosi pazienti che, altrimenti, non potrebbero ricevere cure. Operazioni salvifiche non solo dal punto di vista della salute, ma anche riabilitative a livello di percezione sociale e possibilità di lavorare. È il lavoro prezioso che porta avanti l’associazione Cute Project, e che ogni anno viene documentato per immagini da fotoreporter invitati a trascorrere un periodo di residenza d’artista in Uganda e in Benin. L’ultima protagonista è stata Monica Carocci, che ha realizzato il libro “Uganda – Ma dove lo trovate il tempo?” e la mostra fotografica, dallo stesso titolo, che sarà a Torino dal 6 al 15 settembre. «Monica Carocci è partita nel novembre 2017 per passare assieme ai medici e volontari di Cute Project Onlus alcune settimane, piene di vita e di vite – spiega la critica Olga Gambari –. Un racconto visivo che va ben oltre le fotografie e la mera descrizione oggettiva. Perché non bastano le parole per raccontare le esperienze. A volte le immagini sono sguardi che si aprono direttamente sulle cose che accadono, sui luoghi, sulle persone, sui gesti, i dettagli, le luci. E riescono a portarne testimonianza visiva ed emotiva. A restituire un’atmosfera e una dimensione che altrimenti sarebbe perduta». Il lavoro di Monica Carocci è insieme arte e vita, esperienza condivisa che coinvolge il visibile e quello che non lo è. Le fotografie di Monica, secondo il suo stile inconfondibile, sono opere dove pittura e scultura si mescolano, stampate a mano da lei stessa su carta baritata. «Immagini preziose e uniche che appartengono a un flusso visionario e poetico eppure emerso dal mondo reale. Bianchi e neri, paesaggio umano e naturale, architetture che si sciolgono una dentro l’altra. Un invito a guardare davvero, a sentire. Questo in fondo fanno i medici e i volontari di Cute Project» spiega ancora Olga Gambari. Opere e catalogo saranno in vendita a un prezzo simbolico: «Sono un dono dell’artista e un ulteriore gesto di generosità e impegno da parte dell’associazione Cute, e di tutti coloro che partecipano al progetto, ciascuno supportandone un pezzetto, al fine di raccogliere risorse economiche preziose e imprescindibili per sostenere altre missioni umanitarie» commenta Gambari. Un ringraziamento speciale dall’associazione va a Collezionissima, che sostiene ogni anno la residenza d’artista.
Cute Project è una Onlus che ha come obiettivo la formazione teorica e pratica del personale sanitario dei paesi in via di sviluppo, nell'ambito della chirurgia plastica ricostruttiva, con indirizzo specifico rivolto alla cura delle ustioni e dei loro esiti. Cute Project svolge missioni umanitarie a carattere formativo con coinvolgimento diretto dei medici e delle altre figure sanitarie locali mediante lezioni teoriche e pratiche in sala operatoria per consentire l’autonomizzazione del personale sanitario del luogo. Inoltre istituisce borse di studio in Italia, rivolte al personale sanitario dei paesi in via di sviluppo e finalizzate al completamento del processo di acquisizione delle competenze specialistiche. Cute Project svolge attività sanitarie e didattiche a favore delle persone in difficoltà sul territorio nazionale e regionale (attivazione di nuovi ambulatori medici e corsi formativi).



Monica Carocci – “UGANDA – Ma dove lo trovate il tempo?” a cura di Cute Project, edito da PostMediaBooks
Torino, 6-15 settembre - Galleria di Alberto Peola, via della Rocca 29






Annalisa - Un Domani (feat Mr.Rain) (Official Video)

mercoledì 29 agosto 2018

"EXIT MUSIC" RADIOHEAD MUSIC VIDEO

The Gloaming I Radiohead e il crepuscolo del rock di Stefano Solventi (dal 30 Agosto 2018 per Odoya edizioni, collana Odoya Cult Music)
























The Gloaming non è solo il più completo libro sui Radiohead per il pubblico italiano, ma anche la storia della trasformazione di un genere musicale che, se negli anni Novanta era all’apice della sua vitalità, oggi ha subito una profonda trasformazione. La band composta da Thom Yorke, Jonny Greenwood, Ed O’Brien, Colin Greenwood e Philip Selway nacque nel 1987 come On a Friday, cambiato presto il nome in Radiohead – come una canzone dei Talking Heads – , questi ragazzi di Oxford hanno "sfornato" trent’anni di cult music: una storia densa di hit da heavy rotation, canzoni profonde, album che hanno fatto parlare di sé, un documentario ben riuscito e tour davvero emozionanti. Solventi descrive nei dettagli la biografia artistica del gruppo, ma ne fa anche un uso proprio dei grandi scrittori di musica: come un Greil Marcus o un Riccardo Bertoncelli, l’autore racconta la propria storia insieme alla band, da fan e da giornalista musicale di lungo corso (Mucchio Selvaggio, SentireAscoltare), per poi procedere alla contestualizzazione della loro vicenda all’interno della storia della tecnologia, dell’immaginario e della Storia tout court. Che il rock stesse cambiando forma, forse morendo, lo conferma un disco che in milioni abbiamo ascoltato ad nauseam, ovvero L’Unplugged in New York dei Nirvana. Solventi pensa al suicidio di Cobain come ad una delle tappe della morte del rock. O meglio di un suo profondo ridimensionamento. I Radiohead sono forse l’ultima grande rock band che lega un mondo del prima (analogico, tra le altre cose) e un mondo del poi (“liquido”): un trait d’union che è passato tramite la grande trasformazione. Le tappe di questa rivoluzione sono note: CD, masterizzazione, Napster e la pirateria, i leaks, ITune, EMule, il lettore MP3 tascabile, i social network come My Space e poi Facebook, gli smartphone e, infine, Spotify. Solventi racconta con prosa ordinata, appassionante e sintetica il passaggio dal vinile a Spotify: l'abbiamo vissuto in parecchi, ma ci siamo mai fermati a pensare a cosa ha portato? Sintomatica del legame tra il cambiamento e la band la vicenda di In the Rainbows (2007), che i Radiohead rilasciarono direttamente ai fan, tramite un link e chiedendo un contributo qualsiasi che poteva anche essere zero.  Per questo The Gloaming è un libro speciale: dall’intimo al globale passando per album, canzoni, testi e musica di una band che ha saputo leggere la realtà in modo profondo e puntuale affascinando milioni di persone.

STEFANO SOLVENTI classe 1969, collabora da anni con Il Mucchio Selvaggio e Sentireascoltare.com. Per Odoya ha pubblicato il saggio biografico PJ Harvey. Musiche maschere vita (2009). È inoltre autore dei romanzi La meccanica delle ombre (Cicorivolta, 2015) e Nastri (Eretica, 2017). Cura il blog www.pensierosecondario.wordpress.com