venerdì 31 agosto 2018
Il libro di Annibale Gagliani IMPEGNO E DISINCANTO IN PASOLINI, DE ANDRÉ, GABER E R. GAETANO a Spongano (Lecce)
Il libro di Annibale
Gagliani IMPEGNO E DISINCANTO IN PASOLINI, DE ANDRÉ, GABER E R. GAETANO ( I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano
Donno) sarà presentato da Raffaele Gorgoni, e sono previsti i saluti istituzionali
Dott.ssa Serena Bramato, assessore alla Cultura. L’appuntamento è previsto per lunedì 3
settembre 2018 alle ore 21,30 presso Parco Rini a Spongano nell’ambito della
rassegna Vicoli d’estate
IMPEGNO E DISINCANTO IN
PASOLINI, DE ANDRÉ, GABER E R. GAETANO DI ANNIBALE GAGLIANI (I QUADERNI DEL
BARDO EDIZIONI DI STEFANO DONNO)
CON LA PREFAZIONE DI
MARCELLO APRILE, PROFESSORE ORDINARIO DI LINGUISTICA ITALIANA DELL’UNIVERSITÀ
DEL SALENTO E RESPONSABILE DELLA LETTERA “D” DEL DIZIONARIO ETIMOLOGICO “LEI”
Ha inaugurato il suo
cammino in questi giorni il libro di Annibale Gagliani, «Impegno e disincanto
in Pasolini, De André, Gaber e R. Gaetano», i Quaderni del Bardo edizioni di
Stefano Donno. Quattro fuoriclasse del nostro Novecento: un professore, un
filosofo e due poeti. In un frangente storico di profonda povertà valoriale e
artistica, essi ci indicano la strada verso l’Umanesimo Nuovo, analizzando
emozionalmente e asetticamente gli ultimi centosessant’anni d’Italia e del mondo
Occidentale (bilaterale). I Quattro emanano una luce invincibile, in grado di
penetrare nelle tenebre contemporanee che svuotano progressivamente
l’individuo. La loro arte è disincanto allo stato puro: poesia, prosa, cinema,
teatro e musica: le armi più potenti per sfuggire all’omologazione
socioculturale del Duemila. Il 68 è un grosso inganno, le mode del mercato sono
letali, la mancanza di sensibilità civile sempre più evidente. In questo
viaggio disincantato, eseguito attraverso i testi, le fonti e le testimonianze
più vicine agli artisti, si può rivoluzionare se stessi, abbracciando
umanamente le incommensurabili profezie.
Per Gagliani la scelta
di affidarsi a questi Quattro a-topos della parola, del silenzio e del suono
non è casuale: «Essi sono i più attuali che la nostra cultura contemporanea
abbia sfornato e lo saranno per sempre, come accade ai più grandi. Sono
visionari, sensibili ed estremamente innovativi. Tutto l’opposto del 99% degli
pseudo-artisti che navigano in mainstream oggi. Quest’ultimi narrano il falso:
i tatuaggi, il look alla moda e l’aria dannata li fa sembrare all’avanguardia,
invece sono obsoleti dentro. I veri narratori della nostra epoca e del prossimo
trentennio sono PPP, FDA, GG e RG». Come afferma Paolo Dal Bon – presidente della
Fondazione Giorgio Gaber – all’interno del saggio, «Essi hanno “un’intatta
percezione del dolore”. Sono tutti e quattro intellettuali degli ultimi,
narratori delle ingiustizie terrene verso i più deboli e osservatori delle
grandi contraddizioni dell’uomo contemporaneo». I Quattro Profeti hanno in
comune la letteratura di formazione e le battaglie combattute, contaminandosi a
vicenda indirettamente. Pasolini ha profondamente ispirato, soprattutto con i
suoi Scritti Corsari, Faber, Gaber e Rino Gaetano. De André e Gaber sono gli
artisti di punta del Sessantotto e si sono ritrovati ad avere una determinante
amicizia in comune: Luigi Tenco, che ha collaborato con tutti e due e dopo la
sua morte ha cambiato la vita a entrambi. Riguardo Rino Gaetano, è cresciuto
leggendo Pasolini, ascoltando De André e guardando Gaber a teatro.
In estrema sintesi, un
professore delle arti, PPP, un poeta tradizionale aperto al futuro, FDA, un
vero filosofo, GG, un poeta fantascientifico che stazionava già nel futuro, RG,
hanno scelto la strada più ardua, non violentando loro stessi ed esprimendo
un’arte di fortissimo impegno e disincanto sociale. Venivano criticati dagli
“intellettuali” del potere, dalla gente frivola che ghettizzava i loro testi
per evidenti deficit di sensibilità. Uniti, tutti e quattro, sono invincibili.
Diventano un’arma dolcissima in grado di colpire e migliorare una generazione,
quella dell’autore. Gagliani spiega le intenzioni del suo lavoro: «Se il saggio
verrà letto da tanti giovani, magari si accenderà la curiosità di ascoltare con
spirito nuovo i cantautori che cito, omaggiando di conseguenza l’opera totale
di Pasolini. Allora sì, questo viaggio avrà un senso. Allora sì, ne sarà valsa
la pena». «Il primo libro di Annibale Gagliani è lo
sviluppo di un traguardo personale importante, lungamente pensato, sviluppato,
limato, articolato negli anni precedenti, in cui l’autore ha esercitato una
pazienza non comune ed è andato alla ricerca di fonti e interpretazioni che
spesso sono testimoniali e di prima mano […]. Quando si ha a che fare con
quattro icone riconosciute della cultura alta e popolare dell’Italia
contemporanea non è facile dire qualcosa di nuovo, o anche semplicemente non è
scontato evitare di scrivere quattro profili staccati e avulsi, estranei tra
loro, tanti quanti sono gli artisti (tutti Maestri della parola, tre su quattro
anche del suono) che l’autore ha illustrato in questo libro. Ne è venuto fuori
un percorso duro, compatto, radicale; un insieme in cui appare chiaro, nelle
persino ovvie diversità di espressioni, temi, percorsi (anche politici),
epoche, che cosa unisce Pier Paolo Pasolini, Fabrizio De André, Giorgio Gaber e
Rino Gaetano. Com’è giusto, Annibale Gagliani salta sulle differenze e nota
affinità mai venute fuori prima, che però sono lì, pronte per essere scoperte».
(Dalla prefazione di «Impegno e disincanto in Pasolini, De André, Gaber e R.
Gaetano», curata dal Prof. Marcello Aprile)
Annibale Gagliani nasce
a Mesagne (BR) il 4 ottobre del 1992. Si laurea con lode in Lettere Moderne
all’Università del Salento, dopo aver discusso una tesi sul linguaggio
disincantato. È tra i vincitori della seconda edizione del Master in
Giornalismo 3.0 di Nuovevoci Network, a Napoli. Comincia il suo sentiero
narrativo ricevendo il premio della critica alla terza edizione del concorso
letterario nazionale “Fuori dal cassetto”, per un racconto dedicato ai
lavoratori dell’ILVA, “La vita è un viaggio favoloso”. Nel 2013 instaura una
collaborazione con l’amministrazione del comune di San Donaci (BR) e diviene
responsabile del laboratorio urbano “Officine Creative”, promotore della
cultura di strada. Nel 2014 costruisce e organizza, assieme al Professore
Marcello Aprile, la rassegna universitaria di seminari rivoluzionari, “Cafè
Barocco Revolution”, che registra cinque edizioni. Nel 2015 lavora come
reporter per la web tv d’Ateneo dell’Università del Salento, The Box Tv. Alla
fine dello stesso anno si distingue come narratore al Workshop giornalistico di
Sportitalia, a Milano. Nel 2016 diventa responsabile della sezione culturale di
«Leccecronaca.it», dove racconta vizi e virtù del Tacco d’Italia. Alla fine del
2016 avvia una collaborazione con «Rompipallone.it», curando una rubrica video
che fonde l’arte al calcio: “L’arte del gusto calcistico”. Nello stesso periodo
è corrispondente di Radio Dimensione Italia per il calcio internazionale,
editorialista di punta per «Sport in Condotta» e ospite della trasmissione
leccese Piazza Giallorossa. Dal 2017 collabora con il «Nuovo Quotidiano di
Puglia», raccontando l’ardente cronaca della provincia di Brindisi. Da gennaio
2018 narra di letteratura e politica per la rivista romana «L’Intellettuale
Dissidente», e di musica e sport per il periodico «Contrasti». È conosciuto
negli ambienti culturali salentini per le sue poesie anarchiche, che profumano
di simbolismo e lasciano un sapore romantico sulle labbra. Tra i suoi modelli
intellettuali, oltre ai Quattro Profeti del saggio «Impegno e disincanto»,
ritroviamo Albert Camus, Roland Barthes, Leonardo Sciascia, Eugenio Montale,
Beppe Viola e Gianni Brera.
iQdB edizioni di Stefano Donno (i Quaderni del
Bardo Edizioni di Stefano Donno)
Sede Legale e
Redazione: Via S. Simone 74 - 73107 Sannicola (LE)
Info Link - http://www.iquadernidelbardoedizioni.it/
link del video trailer
giovedì 30 agosto 2018
Raffaele Gorgoni domani a Martano alla Farmacia Letteraria
Il 31 agosto, alle ore
21,00 Raffaele Gorgoni presso Farmacia Letteraria Corte Grande, Piazza Assunta
sempre a Martano in collaborazione con L’Osteria di Martano presenta il suo
libro Lettere da una Taranta ( I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno).
Dialoga con l’autore Luigi Chiriatti (Direttore Artistico Notte della Taranta).
Interverrà l’editore Stefano Donno ( I Quaderni del Bardo Edizioni)
Il libro che la dice
tutta sul fenomeno internazionale della Notte della Taranta. Dai salotti della
politica ai backstage delle Star che hanno solcato il palcoscenico della
kermesse di Melpignano. Il giornalista salentino ha dato vita ad un curioso
espediente letterario che lo vede invertire la prospettiva narrativa dando voce
a Lycosa Tarantula, il ragno a cui affida “figurativamente” la scrittura di
novantanove lettere nelle quali ricostruisce le connessioni che hanno
caratterizzato il rapporto tra il Festival de La Notte della Taranta e la
politica. Il ragno fa sentire la sua voce critica, dopo aver atteso vent'anni
in silenzio, vent’anni in cui è stato testimone e protagonista involontario di
un fenomeno senza precedenti in Italia che lo ha trasformato in un marchio, in
un logo stilizzato di un prodotto da vendere, ma anche di successi e sconfitte,
di luci e di ombre. Le poco più di duecento pagine del volume scorrono a ritmo
serrato portandoci dalle prime osservazioni sul tarantismo agli studi del
fenomeno da parte di Ernesto De Martino, dalla sua progressiva scomparsa con le
emigrazioni verso il Nord e l’emancipazione delle donne alla riemersione della
tradizione con la riproposta negli anni Settanta. Entrando nel vivo del libro
con l’analisi della genesi de La Notte della Taranta, la scrittura di Gorgoni
si fa sempre più tagliente, incisiva ed ironica, consentendo al ragno di
togliersi tanti “sassolini dalle scarpe” con la leggerezza e la libertà di chi
non può essere accusato di essere di parte. In scena si susseguono le figure
dei Maestri Concertatori e dei tanti musicisti che si sono avvicendati sul
palco, ma anche quelle di politici come Massimo D’Alema, Sergio Blasi e dei
Presidenti della Regione Puglia da Raffaele Fitto a Nichi Vendola per giungere
a Michele Emiliano. (Salvatore Esposito – da Blog Folk)
iQdB edizioni di Stefano
Donno (i Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno)
Sede Legale e Redazione:
Via S. Simone 74 - 73107 Sannicola (LE)
Mail - iquadernidelbardoed@libero.it
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Info Link - http://www.Monica Carocci documenta il lavoro dei medici di Cute Project. Torino, 6-15 settembre: mostra fotografica sull’Uganda
Con la mostra e il libro
“UGANDA – Ma dove lo trovate il tempo?” la fotografa racconta l’attività
dell’associazione che effettua interventi di chirurgia plastica ricostruttiva
in Africa. Dal 6 al 15 settembre nella galleria di Alberto Peola, via della Rocca
29, Torino. Un libro fotografico e una mostra per documentare il lavoro dei
medici e dei volontari che ogni anno, in Africa, effettuano formazione
specifica teorica e pratica e interventi di chirurgia plastica ricostruttiva su
numerosi pazienti che, altrimenti, non potrebbero ricevere cure. Operazioni
salvifiche non solo dal punto di vista della salute, ma anche riabilitative a
livello di percezione sociale e possibilità di lavorare. È il lavoro prezioso
che porta avanti l’associazione Cute Project, e che ogni anno viene documentato
per immagini da fotoreporter invitati a trascorrere un periodo di residenza
d’artista in Uganda e in Benin. L’ultima protagonista è stata Monica Carocci,
che ha realizzato il libro “Uganda – Ma dove lo trovate il tempo?” e la mostra
fotografica, dallo stesso titolo, che sarà a Torino dal 6 al 15 settembre. «Monica
Carocci è partita nel novembre 2017 per passare assieme ai medici e volontari
di Cute Project Onlus alcune settimane, piene di vita e di vite – spiega la
critica Olga Gambari –. Un racconto visivo che va ben oltre le fotografie e la
mera descrizione oggettiva. Perché non bastano le parole per raccontare le
esperienze. A volte le immagini sono sguardi che si aprono direttamente sulle
cose che accadono, sui luoghi, sulle persone, sui gesti, i dettagli, le luci. E
riescono a portarne testimonianza visiva ed emotiva. A restituire un’atmosfera
e una dimensione che altrimenti sarebbe perduta». Il lavoro di Monica Carocci è
insieme arte e vita, esperienza condivisa che coinvolge il visibile e quello
che non lo è. Le fotografie di Monica, secondo il suo stile inconfondibile,
sono opere dove pittura e scultura si mescolano, stampate a mano da lei stessa
su carta baritata. «Immagini preziose e uniche che appartengono a un flusso
visionario e poetico eppure emerso dal mondo reale. Bianchi e neri, paesaggio
umano e naturale, architetture che si sciolgono una dentro l’altra. Un invito a
guardare davvero, a sentire. Questo in fondo fanno i medici e i volontari di
Cute Project» spiega ancora Olga Gambari. Opere e catalogo saranno in vendita a
un prezzo simbolico: «Sono un dono dell’artista e un ulteriore gesto di
generosità e impegno da parte dell’associazione Cute, e di tutti coloro che
partecipano al progetto, ciascuno supportandone un pezzetto, al fine di
raccogliere risorse economiche preziose e imprescindibili per sostenere altre
missioni umanitarie» commenta Gambari. Un ringraziamento speciale
dall’associazione va a Collezionissima, che sostiene ogni anno la residenza
d’artista.
Cute Project è una Onlus
che ha come obiettivo la formazione teorica e pratica del personale sanitario
dei paesi in via di sviluppo, nell'ambito della chirurgia plastica
ricostruttiva, con indirizzo specifico rivolto alla cura delle ustioni e dei
loro esiti. Cute Project svolge missioni umanitarie a carattere formativo con
coinvolgimento diretto dei medici e delle altre figure sanitarie locali
mediante lezioni teoriche e pratiche in sala operatoria per consentire
l’autonomizzazione del personale sanitario del luogo. Inoltre istituisce borse
di studio in Italia, rivolte al personale sanitario dei paesi in via di sviluppo
e finalizzate al completamento del processo di acquisizione delle competenze
specialistiche. Cute Project svolge attività sanitarie e didattiche a favore
delle persone in difficoltà sul territorio nazionale e regionale (attivazione
di nuovi ambulatori medici e corsi formativi).
Monica Carocci – “UGANDA
– Ma dove lo trovate il tempo?” a cura di Cute Project, edito da PostMediaBooks
Torino, 6-15 settembre - Galleria
di Alberto Peola, via della Rocca 29
mercoledì 29 agosto 2018
The Gloaming I Radiohead e il crepuscolo del rock di Stefano Solventi (dal 30 Agosto 2018 per Odoya edizioni, collana Odoya Cult Music)
The Gloaming non è solo
il più completo libro sui Radiohead per il pubblico italiano, ma anche la
storia della trasformazione di un genere musicale che, se negli anni Novanta
era all’apice della sua vitalità, oggi ha subito una profonda trasformazione. La
band composta da Thom Yorke, Jonny Greenwood, Ed O’Brien, Colin Greenwood e
Philip Selway nacque nel 1987 come On a Friday, cambiato presto il nome in
Radiohead – come una canzone dei Talking Heads – , questi ragazzi di Oxford
hanno "sfornato" trent’anni di cult music: una storia densa di hit da
heavy rotation, canzoni profonde, album che hanno fatto parlare di sé, un
documentario ben riuscito e tour davvero emozionanti. Solventi descrive nei
dettagli la biografia artistica del gruppo, ma ne fa anche un uso proprio dei
grandi scrittori di musica: come un Greil Marcus o un Riccardo Bertoncelli,
l’autore racconta la propria storia insieme alla band, da fan e da giornalista
musicale di lungo corso (Mucchio Selvaggio, SentireAscoltare), per poi
procedere alla contestualizzazione della loro vicenda all’interno della storia
della tecnologia, dell’immaginario e della Storia tout court. Che il rock
stesse cambiando forma, forse morendo, lo conferma un disco che in milioni
abbiamo ascoltato ad nauseam, ovvero L’Unplugged in New York dei Nirvana.
Solventi pensa al suicidio di Cobain come ad una delle tappe della morte del
rock. O meglio di un suo profondo ridimensionamento. I Radiohead sono forse
l’ultima grande rock band che lega un mondo del prima (analogico, tra le altre
cose) e un mondo del poi (“liquido”): un trait d’union che è passato tramite la
grande trasformazione. Le tappe di questa rivoluzione sono note: CD,
masterizzazione, Napster e la pirateria, i leaks, ITune, EMule, il lettore MP3
tascabile, i social network come My Space e poi Facebook, gli smartphone e,
infine, Spotify. Solventi racconta con prosa ordinata, appassionante e
sintetica il passaggio dal vinile a Spotify: l'abbiamo vissuto in parecchi, ma
ci siamo mai fermati a pensare a cosa ha portato? Sintomatica del legame tra il
cambiamento e la band la vicenda di In the Rainbows (2007), che i Radiohead
rilasciarono direttamente ai fan, tramite un link e chiedendo un contributo
qualsiasi che poteva anche essere zero. Per
questo The Gloaming è un libro speciale: dall’intimo al globale passando per
album, canzoni, testi e musica di una band che ha saputo leggere la realtà in
modo profondo e puntuale affascinando milioni di persone.
STEFANO SOLVENTI classe 1969, collabora da
anni con Il Mucchio Selvaggio e Sentireascoltare.com. Per Odoya ha pubblicato
il saggio biografico PJ Harvey. Musiche maschere vita (2009). È inoltre autore
dei romanzi La meccanica delle ombre (Cicorivolta, 2015) e Nastri (Eretica,
2017). Cura il blog www.pensierosecondario.wordpress.com
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