martedì 7 gennaio 2025

You Can Have Chicago (Official Music Video) | Mary Spender

Esce la nuova raccolta poetica di Renzia D’Incà dal titolo IO NON SONO IL MIO SINTOMO (collana Fuochi diretta da Ottavio Rossani)

Ecco la nuova raccolta poetica di  Renzia D’Incà dal titolo  IO NON SONO IL MIO SINTOMO (collana Fuochi diretta da Ottavio Rossani per I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno)

IL LUNGO CAMMINO DELLA PASSIONE UMANA TRA SPERANZE E LACERAZIONI di OTTAVIO ROSSANI

Renzia D’Incà con Io non sono il mio sintomo ha scritto una raccolta/specchio: una poesia dopo l’altra si vede e si sente passare un’esperienza complessa, inattesa e sofferente, ma anche sorprendente, drammatica, allegra, desiderata. Tuttavia, mentre l’autrice si guarda, controlla, constata, non c’è certezza che l’apparenza sia sostanza. Le parole affermano una verità, ma gli occhi e i suoni subito, insieme, la mettono in dubbio, e in certi momenti la contestano. Le variazioni sono inseguite, e mai risolutive. Sembra un gioco del dire e del dubitare, in realtà è l’analisi dello scompenso tra realtà e finzione. L’Io si espone, e subito dopo si nega. Sembrerebbe tutto semplice, ma il gioco diventa ossessione. La ricerca della verità, che in fondo è l’obiettivo primario, risulta impossibile. La verità c’è, ma non è identificabile nella trasposizione. Le direttrici sono due : una esterna, evidente, l’altra parallela e sottostante, appena percettibile ma invisibile. L’autrice sperimenta un doppio linguaggio: la linea del sentimento è nello stesso tempo, in un percorso collaterale, anche la sua negazione, inconsapevole, però sull’onda della volontà di conoscere l’invisibile. 6 Ricchezza di metafore, similitudini, interrogativi, immagini disvelatrici che subito affondano nell’inconoscibile. La lingua è seria, sciolta, spontanea, ma non improvvisata. E accanto scorre una seconda visione che vorrebbe sconvolgere gli equilibri espressivi. I temi sono molti, i momenti sono folgorazioni dubitative, e quando invece sono determinative subito si ammantano di una duplice ipotetica significanza. Un sottopensiero continuo accompagna le visioni: il senso indeterminato di Ermete Trismegisto, segnalato in esergo, con i “miracoli della realtà”, cioè il misterico mondo dei possibili. Il racconto è multiplo: le direzioni talvolta si incrociano, ma altre volte corrono parallele e si mimetizzano. Il tempo è indeterminato, le età si rincorrono. La vecchiaia è in attesa di farsi scoprire, la natalità è incerta, e la vita può anche essere arte. La speranza che nulla finisca è umiliata dal vuoto che appare e sembra sconvolgere tutto nell’indifferenza. La malìa della casa, nel rischio dispotico e nella necessità del sogno. I ricordi sono vita contraddittoria. Versi storici appaiono agli occhi, senza risolvere alcunché. Un certo fatalismo condiziona i desideri. Nella casa dominano i gatti. Il mondo è un palcoscenico, ci sono protagonisti e comparse. E la morte è lì, presente, ancora non attiva, ma agisce altrove. Uomini e donne non sanno convivere tra cattiveria e ipocrisia. Il panorama dantesco aiuta o inquieta? Forse le bestie sono come gli umani? Ma gli umani forse sono disumani (ricordiamo l’ironico 7 “peggior appiglio” del grande Boccaccio attribuito all’uomo che comunque può vedere e scegliere sempre il possibile “meglio”?), e bisogna guardarsi da loro. La natura è buona? Forse. Non è dimostrabile. Uccelli, corvi, e immigrati clandestini. Stragi, Torri Gemelle. I mici aspettano, sensibili. E non capiscono le persone inumane. Rabbia e passione. Le cicale sono sconce. Il mondo presenta bagni di sangue. Paesaggi indomiti e duri (la Maremma è centrale). ‘‘Ordinario furore” delle domande (a Dio?). Aggrapparsi al centro del desiderio. Dove si può andare? C’è una chiave per volare? Si vive nel teatro del malcontento. E all’improvviso il Covid che costringe a stare insieme (non bene) in casa: e i morti sono gratis. Stranezze sì, ma umanità, prego. Ascoltare De André. I controlli di polizia. Essere sposa “del proprio niente”. L’inconscio imperversa. Difficile rivelare segreti. I corpi si espongono e subiscono. Bisogna dare nome al dolore, “ai profughi alla porta”. Un nome alla vita. Attenti, c’è sempre un invasore. Scendere dal cloud, incontrare il corpo, e le città nel mondo, ma non su Facebook. Le radio spiegano, raccontano. Ballare il valzer. Ricordare i lager. “Basta, guerriero”, riposati. Festival del corpo. E viene la Parola: rivela qualcosa? Eden e redenzione, chi sa?. E amore, fatto di parole, da inseguire. Rammentare Firenze, Vasari, Stendhal, Schubert. Andare in orbita, e poi un “diverso amplesso”. Parole pesanti, parole di amanti. Ci vuole lungimiranza. Melodia per una gatta. Alla fine del lungo cammino c’è l’Oroboro, si può rinascere? Dunque, “ascoltare la parola innamorata”. 8 Una scrittura coraggiosa. Multicolore e multistupore. Rime baciate, assonanze continue, selezione delle parole che incantano o distolgono. Un’attesa non sillabata, ma auspicata. Una felicità composta, leggera, nascosta. Appare anche la malinconia, e la solitudine, e la follia umana che insegue i valori e perde la strada. Un’ammonizione per un futuro migliore. Qualcuno ascolterà, forse, la “parola innamorata”.

 

Renzia D’Incà è nata a Belluno e vive a Pisa dove si è laureata. Giornalista dal 1985 ha collaborato con quotidiani e riviste nazionali e come critico teatrale per Hystrio, Rocca, Rumor(s)cena, Articolo21. È consulente in Teatro e Comunicazione per enti pubblici e privati. Ha condotto ricerche universitarie per la rivista Ariel e svolto tutoraggio di Master universitario di Teatro e comunicazione teatrale per l’Università di Pisa. Ha pubblicato in poesia Anabasi (Shakespeare & Company- Bologna, 1995) con prefazione di Ugo Ronfani, L’altro sguardo (Baroni-Viareggio, 1998) con prefazione di Dino Carlesi, Camera ottica (ivi, 2002) con prefazione di Mariella Bettarini, Il Basilisco (Edizioni del Leone - Castelfranco Veneto, 2006) con postfazione di Luigi Blasucci, L’Assenza (Manni-Lecce, 2010) con prefazione di Concetta D’Angeli, Bambina con draghi (LCE-Castelfranco Veneto, 2013) con prefazione di Paolo Ruffilli. È inserita nella rivista Italian Poetry della Columbia University. Come saggista teatrale ha pubblicato il volume collettaneo Il teatro del cielo (Premio Fabbri 1997), Il gioco del sintomo (Pacini-Fazzi, Lucca, 2002) su un’esperienza di teatro e disagio mentale, La città del teatro e dell’immaginario contemporaneo (Titivillus Corazzano, 2009), Il Teatro del dolore (ivi, 2012). Come autrice teatrale sono stati rappresentati Ars amandi-ingannate chi vi inganna (regia di Alessandro Garzella), e Passio Mariae (regia di Paola Marcone) con video di Giacomo Verde.

 

I Quaderni del Bardo

FUOCHI , Collana diretta da Ottavio Rossani

In copertina: Ottavio Rossani

Rifrangenza, 2010, acrilico su tela, cm. 50x40

Info link nella sezione blog del sito della casa editrice

https://www.quadernidelbardoedizionilecce.it/  


Lil Baby - By Myself Feat Rod Wave & Rylo Rodriguez (Official Music Video)

lunedì 9 dicembre 2024

Esce per i Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno il romanzo dello scrittore canadese Bruce Hunter dal titolo “Nella Casa dell’Orso”

Per la prima volta tradotto in Italia da Andrea Sirotti il romanzo dello scrittore canadese Bruce Hunter dal titolo nella Casa dell’Orso (I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno) vincitore del premio Canadian Rockies 2009 al Banff Mountain Film and Book Festival

Hunter ha attinto a piene mani dai suoi sogni, dalla sua esperienza di vita e da una notevole quantità di ricerche per realizzare il superbo Nella casa dell’orso, una storia che segue le vicende di un ragazzo sordo soprannominato Trout e di sua madre Clare. Ha intrecciato fatti e finzione, raccontando una storia che parla di disperazione, perdita, solitudine, ma soprattutto di scoperta e redenzione. È un racconto di formazione che mescola il reale e l’immaginario a un livello tale che separare la realtà dalla finzione è una sfida, poiché ciò che sembra reale è in realtà immaginato, e viceversa. L’efficace sfumatura dei confini è una testimonianza del livello di onestà e di ricerca che Hunter – che, come il suo protagonista Trout, è non udente – ha impiegato per scrivere questo romanzo di 455 pagine. Una combinazione che evidentemente funziona, visto che Hunter ha ricevuto il premio Canadian Rockies battendo 101 opere provenienti da 10 Paesi durante il Banff Mountain Book Festival 2009.

Rob Alexander, for the Rocky Mountain Outlook, Canmore. Alberta

Nella casa dell’orso è un avvincente romanzo di lotta, amore e speranza per la terra che è la casa di indigeni e non indigeni. L’intelligenza empatica e l’abilità stilistica di Bruce Hunter si combinano per mettere il lettore direttamente in contatto con personaggi ben caratterizzati nel territorio ricco e roccioso delle loro vite e del loro tempo. Ambientato nella Calgary operaia e nelle Kootenay Plains dell’Alberta centro-occidentale, Nella casa dell’orso alterna la storia di una madre (raccontata intimamente in prima persona) a quella di un figlio sordo alle prese con un difficile percorso di crescita. Hunter cattura le complessità della cruda vita familiare, oltre a dare un vivido ritratto del progetto della diga di Bighorn del 1972, che non tenne in alcun conto i costi umani e ambientali. Finemente osservato, abilmente dettagliato e raccontato in modo toccante, Nella casa dell’orso è un racconto senza tempo sulle urgenze personali, sociali e ambientali. Un romanzo di profonda umanità per tutti i tempi.

Elana Wolff, autrice di Faithfully Seeking Franz Everybody Knows a Ghost

Bruce Hunter si avvale del suo straordinario talento di poeta per creare immagini e dettagli perfettamente affinati in ogni pagina del suo romanzo Nella casa dell’orso, un racconto di formazione che accompagna un giovane sordo nel suo trasferimento dalla Calgary della metà del XX secolo a una stazione di ranger isolata sulle Montagne Rocciose. Dalla descrizione di Trout che ascolta sua madre per la prima volta (“Con i suoi nuovi apparecchi acustici, se pronunciato dalla voce di lei, il suo nome era soffice come il pelo sulla pancia del suo gatto”) alla considerazione delle antiche origini delle montagne che si impadroniscono della sua immaginazione (“il relitto del fondale marino del Devoniano che solleva verso il cielo spesse placche di scisto e calcare”), Hunter costruisce sapientemente una narrazione che mantiene un profondo coinvolgimento. Questo romanzo riedito da Frontenac House affascinerà sia i nuovi che i vecchi lettori, che saranno ricompensati dall’immersione nel mondo realistico, ma emotivamente e poeticamente intenso, che Hunter ha saputo creare. David Martin, Limited Verse

Amo questo libro. Mi piacciono i luoghi in cui è ambientato: la Calgary degli inizi e le pianure di Kootenay. Amo le voci della madre di un bambino sordo, con cui mi identifico, e del bambino stesso che cresce. Bruce Hunter scrive in uno stile chiaro e bello, che non richiede sforzo. Un romanzo classico del West e della disabilità.

Katherine Govier, autrice di The Three Sisters Bar & Hotel

 

 

Bruce Hunter continua a essere attivo come autore di diversi generi letterari. È anche editor, conferenziere e mentore. Nel 2023 è stata pubblicata in Italia la sua ultima raccolta di poesie, Galestro, dopo l’uscita nel 2022 di A Life in PoetryPoesie scelte da Two O’clock Creek. Nel 2021 è stato pubblicato il suo saggio di memorie: “This is the Place I Come to in My Dreams”, basato sul suo romanzo semi-autobiografico e sulle sue poesie, che è stato inserito nella shortlist dell’Alberta Magazine Publishers’ awards for essays. Ed è un orgoglioso neononno.

Nato a Calgary, Alberta, Canada, Bruce è diventato sordo da piccolo e ha sofferto di ipovisione per gran parte della sua vita adulta. È cresciuto nel quartiere operaio di Ogden, all’ombra della raffineria Imperial Oil della Esso e degli ormai dismessi Ogden Shops della Canadian Pacific Railway (C.P.R.). Nella prima adolescenza Bruce ha scoperto la scrittura come mappa per navigare in un mondo caotico usando la poesia come bussola. Era nella poesia che poteva sentire tutto – ed essere ascoltato. Dopo la scuola superiore, ha lavorato per dieci anni come manovale, operatore di macchinari, autista di Zamboni e ha completato la sua formazione tecnica (Olds e Lakeland Colleges) e l’apprendistato come giardiniere e arborista. A quasi trent’anni, le poesie pubblicate gli valgono una borsa di studio alla Banff School of Fine Arts per studiare con il romanziere W.O. Mitchell e il poeta Irving Layton. Da lì è passato alla York University per studiare cinema e letteratura e ha insegnato nel dipartimento di scrittura creativa con Don Coles prima di ottenere una cattedra al Seneca College. Bruce ha insegnato per venticinque anni al Seneca, dove ha creato i laboratori di poesia e spoken word basati su un programma di studi panculturale. Ha anche sviluppato e gestito due centri di apprendimento nel campus per supportare le esigenze speciali e il linguaggio attraverso il curriculum. Le sue poesie, la sua narrativa e la sua saggistica creativa sono apparse in oltre 80 blog, riviste e antologie internazionali in Italia, Canada, Cina, India, Romania, Regno Unito e Stati Uniti. Bruce è autore di sette libri di poesia e della raccolta di racconti Country Music Country, best-seller prodotto dalla CBC Radio nel 1996 (la terza edizione, Reboot, è apparsa nel 2018). Il romanzo di Bruce del 2010, In the Bear’s House, che racconta di un giovane sordo cresciuto in mezzo alla natura, ha vinto il premio Canadian Rockies al Banff Mountain Book and Film Festival. Nel 2010, il suo libro Two O’clock Creek - poesie nuove e scelte, ha vinto il premio Acorn-Plantos Peoples’ Poetry Award per il Canada.

Bruce è stato l’autore in residenza del 2017 per la Biblioteca pubblica di Calgary. Le sue residenze e presentazioni passate includono il Banff Centre, il Camosun College, Deaf and Hear Alberta, la Richmond Hill Public Library, l’Università di Toronto, il Sir John Abbott College, la Mount Royal University e molti altri in tutto il Canada. Bruce è membro a vita della Canadian Hard of Hearing Association (C.H.H.A.) e del Canadian National Institute for the Blind (C.N.I.B.), nonché membro di lunga data della League of Canadian Poets, della Writers’ Union of Canada e della Writers’ Guild of Alberta. Il 26 settembre 2024 la sua lunga poesia ecologista “Dark Water” tratta dalla raccolta Galestro si aggiudica l’oro nei premi organizzati dall’associazione degli editori delle riviste dell’Alberta.

I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno

https://www.quadernidelbardoedizionilecce.it/

Info link al libro

https://iqdbcasaeditrice.blogspot.com/2024/11/nella-casa-dellorso-di-bruce-hunter.html